08 Dove il BTC è già vietato
Nella Repubblica Popolare Cinese vige un divieto di criptovalute dall'estate 2021. Motivazione: pericolo per l'ordine finanziario e prevenzione di attività criminali. Il divieto ha avuto un forte impatto globale: la quota della Cina nel tasso di hash (mining) di Bitcoin è scesa dal 75% allo 0%. Il bilancio di CO₂ del mining globale è peggiorato ulteriormente a causa dello spostamento delle attività. A novembre 2025, la banca centrale cinese, insieme a 13 autorità, ha ribadito il divieto in corso. Le valute virtuali rappresentano un rischio per la stabilità finanziaria.
Paesi con divieto totale (commercio, possesso, mining)
- Cina: Dal 2021 tutte le transazioni in criptovalute e il mining sono vietati.
- Algeria: Dal 2018 acquisto, vendita, uso e possesso di criptovalute sono illegali.
- Bangladesh: Divieto di transazioni in criptovalute, pene fino a 12 anni di carcere.
- Bolivia: Uso di Bitcoin vietato totalmente dal 2014.
- Nepal: Divieto assoluto di criptovalute e mining.
- Macedonia del Nord: Le criptovalute sono illegali.
Divieto parziale o forti restrizioni
- India: Alta tassazione (30% sui guadagni, 1% su ogni transazione), pagamenti vietati.
- Russia: Uso come mezzo di pagamento vietato, regole più severe previste.
- Turchia: Pagamenti in criptovalute vietati.
- Nigeria: Le banche non possono elaborare transazioni in criptovalute.
- Egitto, Tunisia, Marocco: Uso e mining vietati.
- Iraq: Restrizioni severe dal 2017, uso vietato.
Mining esplicitamente vietato in: Cina, Bolivia, Bangladesh, Nepal, Algeria, Ghana.

Dettagli per nerd
Nella Repubblica Popolare Cinese, nel 2021 sono stati vietati i centri di mining di Bitcoin, le piattaforme di scambio di criptovalute come Binance non erano più accessibili tramite il motore di ricerca Baidu e le autorità hanno ripetutamente avvertito sui rischi delle criptovalute. Tutte le transazioni in criptovalute sono state dichiarate illegali e le autorità hanno deciso di reprimere qualsiasi attività legata al commercio di criptovalute. Alle piattaforme estere di scambio di criptovalute è stato vietato offrire servizi agli investitori cinesi. Secondo le autorità, le criptovalute come il Bitcoin disturbavano l'ordine economico e finanziario, favorivano il riciclaggio di denaro, il finanziamento illecito, le frodi, gli schemi piramidali e altre attività illegali e criminali, mettendo seriamente a rischio la sicurezza dei beni delle persone.
L'impatto di questa decisione sul mercato delle criptovalute è stato chiaramente visibile: a causa delle condizioni precedentemente favorevoli, una grande parte dei centri di mining di Bitcoin si era stabilita in Cina. Il programma Cambridge Digital Assets, che monitora il consumo energetico del Bitcoin (CBECI), ha riportato che la quota della Cina nel tasso di hash globale (mining di Bitcoin) è scesa da oltre il 75% (2019) allo 0% (luglio 2021). Ciò ha peggiorato il bilancio di CO₂ del Bitcoin: nel 2020, il 34% dell'elettricità globale utilizzata per il mining proveniva ancora dall'idroelettrico, mentre nel 2021 solo il 18,5%. Contemporaneamente, è aumentata la quota di carbone, gas e energia nucleare, soprattutto a causa dello spostamento del mining negli Stati Uniti.
Il 28 novembre 2025, la banca centrale cinese ha tenuto a Pechino un incontro di coordinamento per combattere il commercio speculativo e le attività illegali legate alle criptovalute. Erano presenti rappresentanti di alto livello di 13 importanti autorità, tra cui polizia, massima giustizia, regolamentazione del cyberspazio, vigilanza finanziaria e ministeri economici. È stato ribadito che le valute virtuali rimangono illegali e rappresentano un rischio crescente per la stabilità finanziaria.
Altri Paesi con divieto di Bitcoin:
- Algeria: Dal 2018, l'acquisto, la vendita, l'uso e persino il possesso di criptovalute sono vietati da una legge finanziaria.
- Bangladesh: Le criptovalute sono vietate. Le transazioni possono essere punite con pene detentive fino a dodici anni secondo le leggi contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
- Bolivia: Dal 2014 vige un divieto totale di Bitcoin e altre valute non regolamentate dallo Stato.
- Colombia: Già nel 2014, l'autorità di vigilanza finanziaria ha chiarito che banche e altri istituti non possono effettuare transazioni con valute virtuali.
- Egitto: Nel 2018, l'autorità religiosa egiziana Dar al-Ifta ha dichiarato le transazioni in Bitcoin "haram" – quindi vietate secondo la legge islamica. Dal 2020, il commercio e la promozione di criptovalute senza licenza della banca centrale sono ufficialmente vietati.
- Indonesia: Dal gennaio 2018 è vietato l'uso di criptovalute indonesiane come mezzo di pagamento.
- Ghana: Le criptovalute e il mining sono vietati.
- Iran: Il commercio di criptovalute estratte all'estero è vietato. Il mining illegale sovraccarica la rete elettrica, motivo per cui ci sono stati divieti temporanei di mining.
- India: L'India sta pianificando una legge che vieterebbe quasi tutte le criptovalute e introdurrebbe invece una valuta digitale della banca centrale. Già nel 2021 si è discusso di penalizzare il possesso, il commercio e l'estrazione di criptovalute.
- Iraq: Sia la banca centrale irachena che il governo regionale del Kurdistan hanno vietato l'uso delle criptovalute.
- Kosovo: Dall'inizio del 2022, il mining di criptovalute è vietato per alleviare la crisi energetica.
- Messico: Le criptovalute non sono riconosciute come mezzo di pagamento legale in Messico.
- Nepal: Dal agosto 2017, le criptovalute come il Bitcoin sono ufficialmente vietate in Nepal.
- Macedonia del Nord: Criptovalute come Bitcoin ed Ethereum sono vietate.
- Russia: Ai funzionari è vietato possedere criptovalute. Il governo sta considerando regolamentazioni più severe per combattere il riciclaggio di denaro e altre attività illegali.
- Turchia: Dall'aprile 2021 è vietato utilizzare criptovalute, direttamente o indirettamente, per l'acquisto di beni e servizi.
- Vietnam: L'emissione, la fornitura e l'uso di Bitcoin e altre criptovalute come mezzo di pagamento sono